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Storia e curiosità dei letti a baldacchino nella storia e nell’evoluzione moderna…

 

Quante volte, guardando un bel letto a baldacchino in una villa, vi siete immedesimati nelle nobildonne o nei nobiluomini che vivevano in quei letti pomposi? E quante altre vi siete chiesti come starebbe nella vostra camera da letto? Sicuramente sognare di essere principi e principesse è inevitabile, fa parte della nostra fantasia, però sono certo che la realtà vi abbia riportati coi piedi per terra, facendovi etichettare quei letti come “troppo pesanti” o “troppo polverosi” per essere utilizzati quotidianamente. Ebbene, questa concretezza e praticità moderna è indubbiamente propria del nostro tempo, ma in passato non erano di certo così pratici. La scelta di un letto a baldacchino non era solo una questione di gusto o di mode, ma era soprattutto una questione sociale e di rappresentanza. Le persone ricche e importanti avevano un baldacchino più o meno pomposo e non solo sopra il letto. Vediamo di tracciare la storia di questo affascinante “complemento d’arredo”, per comprenderne anche la sua curiosa evoluzione.

Per prima cosa, il termine “Baldacchino” deriva probabilmente dal latino medioevale “Baldakinus” e, originariamente, era un termine utilizzato per indicare un drappo di stoffa prezioso, proveniente dall’attuale Bagdad, anche se sicuramente lavorata in Italia. Questa stoffa pregiata, proprio per il suo valore, iniziò, a partire dal basso medioevo, ad essere utilizzata per valorizzare le cose preziose, quali gli altari, in ambito sacro, o i troni, in ambito civile. A tal fine, si crearono delle vere e proprie coperture drappeggiate sorrette da quattro o sei aste, facendo nascere così il baldacchino come noi oggi lo conosciamo. Presto nelle chiese medioevali però la struttura mobile del presbiterio venne sostituita da una struttura rigida, il ciborio, mentre il baldacchino rimase per le processioni solenni (le fonti storiche ne parlano già in una processione del 1143). E anche nelle sale del trono, le coperture mobili lasciarono il posto a costruzioni stabili, sempre più preziose, mentre il “baldacchino laico” rimase nei cortei reali e fece il suo ingresso nelle preziose camere da letto, ovvero nel luogo, dopo il trono, più importante della vita civile. Inizialmente la copertura dei letti era indipendente dai letti stessi e le sue aste poggiavano direttamente a terra, con il passare del tempo, invece, venne integrata nella struttura lignea del letto stesso, creando un vero e proprio telaio sovrastante di diverse forme e decorazioni in base al periodo storico.

Non si conosce con precisione quando venne data una forma rigida al baldacchino, integrandolo al letto, ma valutando le opere d’arte raffiguranti interni di case, sappiamo che nel Quattrocento non esisteva ancora, mentre troviamo le prime rappresentazioni nel XVI secolo. Una delle prime opere dove è dipinto un “baldacchino nel letto con telaio” è l’affresco del Sodoma alla Farnesina di Roma, rappresentante le nozze di Alessandro e Rossane.

All’inizio del Cinquecento il letto a baldacchino è generalmente una piazza e mezza, il materasso invece è sostenuto da assi che poggiano su due listelli inchiodati a dei longheroni laterali o ad un reticolo di corde incrociate. La struttura sovrastante è generalmente semplice, con rimandi alla tradizione classica, anche se non mancano strutture più complesse con colonne intagliate più pompose. La funzione del letto a  baldacchino non era solo estetico-simbolica, ma le cortine appese servivano ad isolare i dormienti, ma soprattutto proteggerli dal freddo o dagli insetti.

Solo nel tardo Cinquecento il letto assumerà le caratteristiche attuali, si allargherà maggiormente, diventerà più comodo, ma soprattutto più solido. Nasce l’idea, senza alcun pudore, che il letto è il vero “palcoscenico della vita” e “metafora dell’esistenza”, dove veniamo concepiti e dove abbandoniamo la nostra presenza terrena. In questo periodo, infatti, troviamo commissioni di letti molto robusti perché devono sostenere gli amplessi e sopportare il peso della nascita e della morte. Inoltre, sulla scia dell’importanza medioevale del letto, in alcuni casi utilizzato persino dal signore per amministrare la giustizia, si sviluppa la moda tra le dame dell’epoca di ricevere le altre nobildonne sedute sul letto, riccamente vestite, valorizzate dal baldacchino, che assume così le sembianze di un trono. E questa tendenza non sparirà facilmente, perché l’esasperazione degli stili seicentesca darà il via a dei veri e propri letti di rappresentanza, enormi e ricchissimi, utili per incontri di classe più che per dormire tranquilli. Nel periodo barocco infatti ritroviamo letti imponenti, coperti da pomposi baldacchini, fatti di stoffe preziose, ricamate e ricche di frange.

 

Nei primi anni del XVIII secolo si è ancora legati ai fasti barocchi e, soprattutto in Francia, troviamo nelle sontuose dimore aristocratiche importanti letti a baldacchino, che verranno soprannominati “lit a la duchesse”. Questi letti continuano ad essere pomposi e sono caratterizzati da un baldacchino sospeso, senza colonne ma attaccato alla spalliera e al muro di fondo. In questa tipologia di letti il baldacchino copre interamente la piazza o, in alcuni casi, la copre solo in parte. Le cortine collegate alla copertura restano raccolte ai lati del capezzale e non vengono utilizzate per proteggere i dormienti, anche perché non sono così estese da avvolgere completamente la struttura. Del resto, nella concezione barocca la camera da letto deve essere aperta, a volte delimitata persino da una balaustra per far accedere il pubblico, e deve assolvere il suo ruolo scenografico di rappresentanza.

Nel corso del Settecento però la funzionalità del letto cambierà radicalmente e la sua camera, che in passato ha rappresentato un vero e proprio “porto di mare”, diventerà la stanza più riservata della casa. Pensate che intorno al 1750, l’esigenza di intimità sarà talmente spiccata da introdurre addirittura una nuova tipologia di letto a garanzia della stessa, con tanto di cortine avvolgenti, come in passato, ma dalle forme più vicine al nuovo stile rococò. Nasce così il letto alcova, che nel periodo Luigi XV verrà chiamato “lit a la polonaise”. In questo caso Il baldacchino è portato da quattro borchie in metallo a forma di S o di C. La cintura del baldacchino è sia a forma di corona, sia a forma rettangolare. In altezza, la cupola è curva. I tendaggi vengono raccolti attorno ai pilastri incurvati che sostengono la struttura, però, sciogliendoli, possono inglobarla completamente.

Ben presto però, nel secolo edonistico per eccellenza, arriverà una variante del letto a la “polonaise” e sarà il “letto alla turca”, che prevederà tre schienali-capezzali, liberi o sormontati da un baldacchino simile a quello predetto. Questa tipologia di letto, a differenza della precedente, verrà appoggiato ad una parete e occuperà uno spazio minore all’interno della camera.

Snocciolate le tipologie di letto a baldacchino settecentesco, è opportuno sottolineare l’importanza anche dei colori dei letti e della tappezzeria delle loro camere, fondamentali per definire i generi e i titolari delle camere stesse. Quelle femminili prediligevano i colori chiari, i gialli, gli azzurri, i rosa o altri colori pastello, mentre le camere degli uomini erano generalmente di color blu o verde intenso. Alla fine del Settecento però emergerà finalmente il bianco, considerandolo il colore più idoneo per donare un senso di freschezza e di pulizia al locale.

Dopo questa epoca, non avremo più dei nuovi baldacchini, se non in termini di revival dei periodi storici precedenti, un po’ come erano soliti fare nell’Ottocento romantico con la letteratura, l’architettura e l’arte in generale. Soprattutto in epoca vittoriana, o umbertina, se vogliamo riferirci a casa nostra, troveremo ancora molte case con pomposi letti a baldacchino, alcuni saranno originali del passato, ma molti rappresenteranno delle belle copie del passato.

Oggi, questa mania del passato e dei revival storici sembra essersi affievolita, anche se nell’arredamento moderno non è del tutto bandito il baldacchino, anzi, viene spesso usato come complessa struttura di arredamento di uno spazio ampio. Certo, non vedremo più broccati pesanti, strane forme rococò, frange d’oro o d’argento, ma potremmo imbatterci in qualche telaio essenziale intento a ricostruire una bella copertura di un letto over size; questa volta però verranno inserite delle zanzariere, o comunque delle fresche stoffe di cotone bianco, del resto l’unico obiettivo moderno è quello di creare un effetto speciale, un po’ retrò ma sicuramente un ever green intramontabile!

 

I CONSIGLI DI VILLAGO

Se il letto a baldacchino vi affascina particolarmente e volete visitare dei baldacchini originali all’interno di originali camere da letto settecentesche, vi consiglio una visita guidata a villa Perego di Cremnago a Inverigo (Co), richiedendo una visita speciale o aggregandovi alle visite a calendario aperte al pubblico. Se invece volete provare l’emozione di dormire all’interno di originali letti a baldacchino, vi consiglio un soggiorno (o un affitto breve) nel castello Sannazzaro di Giarole (AL), proprio laddove il tempo pare essersi fermato per sempre e pare aver lasciato tutto intatto le cose che ha trovato dei secoli scorsi…tra cui i letti a baldacchino.

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