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“Margherita Pusterla” di Cesare Cantù venne pubblicato per la prima volta nel 1838 (due anni prima della versione definitiva de “I promessi sposi” del Manzoni), con immediato grande favore di pubblico, come testimoniano le decine e decine di edizioni (nel 1880 si contò la quarantesima!). La tragica storia della nobile e bella protagonista, condannata a morte, nel 1341, dal potente e crudele cugino Luchino Visconti, non poteva che appassionare i lettori di allora, ma col tempo l’interesse nei confronti di questo classico della letteratura italiana svanì, anche perché la prosa ottocentesca del Cantù crea oggettivamente qualche ostacolo. Quella che viene qui proposta è un’edizione curata dalla scrittrice e medievalista milanese Ada Grossi, che ha anche fatto un pregevole lavoro di “addomesticamento” del testo originale, permettendo al lettore di oggi di assaporare fino in fondo una bella storia vera, cui se ne intrecciano altre parallele, componendo uno straordinario affresco del Trecento lombardo.