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Ottobre 1812: Milano capitale del Regno d’Italia, Napoleone re. La città intesa come un grande teatro, come quinte la Scala, la Cà Granda, i salotti dei nobili, l’osteria del Falcone, il palazzo Sormani, la Cassina di Pòmm.
Ma la storia inizia nel paese di Crescenzago, dalla cascina Malghera, per l’intraprendenza di una giovane filandina che non vuole finire con le dita contorte dall’artrosi a forza di dipanare i bozzoli dei bigatt nell’acqua bollente. E qui fanno da quinte il Naviglio Martesana, la sua bella riviera su cui si affacciano le ville dei ricchi Milanesi, la chiesa di Santa Maria Rossa, la trattoria della Gobba famosa per i gamberi del Lambro. Incombente il dramma dei ventisettemila giovani lombardi partiti per la Russia. Gli attori di fantasia, forse noi stessi duecento anni fa, incontrano attori veri, il filantropo Domenico Berra, Stendhal lo scrittore, Giuseppe Acerbi viaggiatore e letterato, Carlo Porta il poeta, il famoso generale Domenico Pino. E poi la miseria dei contadini, l’epidemia di tifo petecchiale, La pietra del paragone di Rossini, la corsa dei lacchè, cazzœula e polenta, il linciaggio del ministro Prina, gli amori di Ambra…
Il romanzo ha vinto il Premio Letterario Brianza 2017.