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DESCRIZIONE DEL RISO DI LUCEDIO
Vi proponiamo un kit composto da riso e fagioli del Principato di Lucedio, utili per preparare, anche a casa vostra, la famosa Panissa, una delle più antiche e gustose ricette del vercellese. Questo piatto tipico riassume in pochi ingredienti tutta la cultura agricola del territorio: ricorda le risaie dei terreni bonificati dai monaci cistercensi, i campi coltivati a legumi e, grazie al salame previsto nella ricetta, gli insaccati delle fattorie piemontesi. Provate anche voi a cimentarvi in questa gustosissima ricetta storica, ovviamente con i prodotti originali del suo territorio, e vedrete che faranno la differenza.
DESCRIZIONE DEL PRINCIPATO DI LUCEDIO
Il Principato di Lucedio rappresenta uno dei luoghi più affascinanti d’Italia, sia per la sua storia millenaria, che per le sue antiche risaie, che lo collocano addirittura come primo produttore di riso in Italia. L’origine di questo luogo affonda le sue radici nel lontano 1123, quando dei monaci cistercensi, provenienti dalla Borgogna qui fondarono un’abbazia e bonificarono il territorio circostante. Verso il Quattrocento, i terreni bonificati vennero destinati a risaie, ottenendo così un importante primato nella coltivazione del riso, e si creò un vero e proprio sistema di grange, ovvero aziende agricole satelliti sul territorio per la produzione agricola. Con il passare del tempo i monaci divennero sempre più potenti, al punto che vennero visitati addirittura da tre pontefici. Successivamente questo complesso e il relativo sistema fu oggetto di contesta tra importanti case dinastiche: i primi proprietari furono i Gonzaga, poi passò ai Savoia, per essere acquisito, all’inizio dell’Ottocento, da Napoleone. Terminata la parentesi napoleonica passò al marchese Gozani di San Giorgio, antenato dell’attuale proprietaria, la contessa Rosetta Clara Cavalli d’Olivola Salvadori di Wiesenhoff.
Attualmente, il principato di Lucedio continua ad essere un’importante azienda agricola, tra le migliori produttrici di riso in Italia, e, all’attività produttiva, associa iniziative turistico-culturali. Le strutture del complesso agricolo, gli antichi luoghi cistercensi e i campi coltivati sono visitabili, inoltre molte sale dell’ex spazio conventuale sono utilizzabili per eventi ed iniziative ricettive. Le cucine del principato preparano ai gruppi in visita meravigliosi risotti, ovviamente con gli ingredienti del luogo, ma anche con le gustosissime ricette locali.