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Il “lago” è quello di Como, visto attraverso gli occhi attenti di un suo profondo conoscitore, interessato tanto agli aspetti più noti e appariscenti (le ville, i giardini…) quanto a quelli più quotidiani e segreti (i viottoli, la vita, il lavoro…).
Un testo sospeso tra storia e poesia, tra racconto e analisi, diretto sia alla valorizzazione di quanto di autentico il lago conserva tuttora, sia alla denuncia dei rischi di snaturamento e rovina.
Un lago percorso senza fretta e illustrato da una voce in sottofondo:
«Nessun viaggio come quello che tu potresti fare sul lago di Como ha così poco bisogno di una guida, né scritta né tanto meno parlante: casomai basterebbe qualche “avviso” per non trascurare tutte quelle cose che in genere non si vedono o vedono solo i vagabondi (ossia i veri viaggiatori) e quelli che perdono abitualmente la strada; le sponde del lago potrebbero essere tappezzate da questi segnali.
Prima di entrare a Bellagio, a San Vito, si scende al lago lungo il consueto sentiero a gradoni; superata una chiesa barocca si arriva a una piccolissima insenatura di sabbia chiusa fra gli alberi dei giardini: è una delle tante che si possono trovare, anche più belle di questa, purché si vada a casaccio»
Promosso dalla Delegazione di Lecco del FAI – Fondo Ambiente Italiano, il volume è arricchito da un album di vedute del lago tratte dalla rivista inglese “The Studio”, edita all’inizio del Novecento.