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Nella terra di mezzo tra il Verbano e il Canton Ticino, popolazioni divise solo da un lembo di terra e d’acqua, nei secoli hanno dato origine ad un patrimonio artistico, culturale e linguistico comune. Attraverso una fedele ricostruzione storica dei paesaggi, delle atmosfere perdute e della vita dei nostri antenati, il Grande Atlante Castellano del Verbano e del Ticino offre moltissimi spunti, originali e innovativi: descrizioni di antiche fortificazioni e di tesori artistici, storie di re e imperatori, ma anche di signori minori, dame, briganti e umanisti. Come e dove vivevano, in cosa credevano, cosa mangiavano. Viaggiatori e studiosi sono liberi di muoversi alla scoperta di un patrimonio spesso non noto e forse per questo talvolta più romantico e affascinante, grazie alla suddivisione in 34 itinerari territoriali, tra cui le palafitte dell’Isolino Virginia o i megaliti a Montecrestese, il Castello di Tegna, Castelseprio, Castelnovate, la rocca di Orino, il castello di Serravalle, le case-forti ossolane, il torrione di Ornavasso, la rocca d’Angera, il castello visconteo di Locarno, Castel Montebello, Mesocco e tanti luoghi misteriosi.
Marco Corrias è nato a Milano nel 1980. Laureato a Pavia in Scienze dei Beni Culturali con indirizzo storico-artistico, ha conseguito una specializzazione in Storia dell’Arte medievale, con una tesi sull’architettura romanica nell’area del Verbano e dell’alto Ticino tra XI e XII secolo. Si è specializzato anche in Beni Storico-Artistici, con una tesi relativa allo sviluppo dell’oreficeria barbarica nel bacino Carpatico-Danubiano tra Tardo Antico e alto Medioevo. Abilitato come guida turistica per le province di Milano e Pavia, gestisce il blog culturale “Wunderkammer – Lo spazio delle Arti”, l’omonima community su facebook e il gruppo “Medioevo Monumentale”. Collabora con la rivista MilanoFree.it. Lo potete trovare su Facebook sotto lo pseudonimo “Marc Pevèn”. Ha in corso di pubblicazione, per i tipi di Macchione, il romanzo “Opus Barbarica”.