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L’origine del fenomeno del monachesimo femminile è sconosciuta, ma già durante i primi secoli di diffusione del Cristianesimo, anche nella penisola italica iniziarono a fiorire comunità conventuali. Alcune donne aristocratiche incominciarono a dedicarsi alla vita monastica, trasformando in primo luogo le proprie abitazioni a tal fine. A seguito della regola benedettina (riassumibile nella frase “Ora et labora”) il monachesimo si diffuse nei centri principali ma anche nelle campagne, attraverso la fondazione di numerose abbazie. Essa prevedeva il ritiro in una comunità che condivideva i beni materiali, che rispettava l’autorità di una badessa e che mirava ad un’autonomia assoluta, dai punti di vista economico, politico e spirituale. In Lombardia e specialmente in Brianza questo fenomeno assunse una dimensione molto importante e i monasteri divennero veri e propri centri di amministrazione del potere politico-amministrativo di un territorio e punti di riferimento fondamentali per il contesto economico, artigianale e sociale del luogo in cui sorgevano.