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Il volume presenta un eccezionale documento, ovvero l’intervista, raccolta da Philippe Ungar, fatta a Giuseppe Panza (1923-2010), incentrata sulla collezione d’arte contemporanea da lui riunita insieme alla moglie Giovanna, e considerata oggi una delle più importanti al mondo per quanto riguarda la produzione artistica tra gli anni cinquanta e gli anni ottanta del Novecento. Nella lunga conversazione, Giuseppe Panza racconta la sua giovinezza, la passione per l’arte sbocciata in concomitanza con il matrimonio, e l’inizio dell’avventura della collezione, definita “un affare di coppia” proprio per la sintonia che i due coniugi hanno portato, negli anni, all’accrescimento della raccolta artistica. La collezione, che annovera capolavori di Tapiès, Kline, Fautrier, Rothko, Rauschenberg, Sol LeWitt, Oldenburg, Naumann – solo per citare alcuni nomi –, è oggi suddivisa fra diversi, prestigiosissimi istituti museali, fra i quali si ricordano il MOCA di Los Angeles, il Guggenheim di New York, l’Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington, l’Albright-Knox Art Gallery di Buffalo, Villa Panza di Varese: nonostante questa dispersione, inevitabile come spiega il collezionista in questo testo, tutte le opere sono legate dall’essere parte della «Collezione Panza». Il volume, introdotto da Giovanna Panza, accoglie una premessa di Philippe Ungar, autore dell’intervista, e una postfazione di Richard Koshalek.