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Sorti sulle tracce delle coffeehouses inglesi, i Caffè italiani hanno rappresentato un’autentica rivoluzione sociale. A differenza dei salotti aristocratico-elitari, vi si poteva infatti accedere senza essere invitati, disponendo di libertà di parola e senza distinzione di genere. Spazi incubatori della nuova società borghese e della nascente nazione, luoghi di germinazione per avanguardie artistiche e cenacoli letterari, tra i loro tavoli sono maturati anche i più importanti movimenti politici che segneranno la storia d’Italia. L’itinerario considera quei Caffè storici che sono rimasti ancora tali, negli indirizzi e negli arredi: tra questi, il più antico, il veneziano Florian, il padovano Pedrocchi, il torinese Al Bicerin, il triestino Tommaseo, il fiorentino Gilli, il romano Antico Caffè Greco, il napoletano Gambrinus.
Massimo Cerulo insegna Sociologia nell’Università di Perugia ed è chercheur associé al CERLIS (CNRS), Université de Paris. I suoi libri più recenti: «Giovani e social network» (con E. Bissaca e C.M. Scarcelli, Carocci, 2020) e «Sociologia delle emozioni» (il Mulino, 2018). Collabora con l’Huffington Post e con il Giornale Radio Rai.